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Fino al 30 gennaio 2022 Palazzo Strozzi ospiterà la grande mostra dedicata a Jeff Koons, una delle figure più controverse e celebrate dell’arte contemporanea a livello internazionale. Curata da Arturo Galansino – Direttore Generale Fondazione Palazzo Strozzi – e Joachim Pissarro, l’esposizione presenta una selezione delle più importanti opere di un artista che, dai primi anni Settanta agli anni Duemila, ha saputo rivoluzionare l’intero sistema dell’arte mondiale.

Sviluppata in stretto dialogo con l’artista, la mostra Jeff Koons Shine ospita prestiti provenienti dalle più rinomate collezioni e dai maggiori musei internazionali, proponendo come chiave di lettura dell’arte di Koons il concetto di “lucentezza” (inteso come gioco di ambiguità tra splendore e bagliore, essere e apparire), restituendo una visione democratica che illumina senza imbarazzi le molteplici potenzialità espressive dell’estetica pop.

“Per la prima volta si indaga un aspetto unico e caratteristico dell’arte di Koons – ha spiegato Arturo Galansino – , quello legato alla riflettenza e alla luce. Lo ‘shine’, termine che dà il titolo alla esposizione, è il principio chiave delle sculture e dei dipinti esposti all’interno della severa architettura quattrocentesca di Palazzo Strozzi, in un dialogo essenziale tra le forme platoniche delle opere e la regola aurea di un contenitore perfetto”.

Tra le opere proposte, a brillare sono senza dubbio Baloon Monckey (Blue), la scimmia-sfinge in acciaio inossidabile installata nel cortile del palazzo rinascimentale come un moderno cavallo di Troia, che apre all’occupazione del piano nobile dell’edificio, il cagnolone record d’asta Balloon Dog, esposto all’interno del palazzo, qui in versione rossa, Rabbit, il famoso coniglietto stilizzato da 91 milioni di dollari, che si mostra al pubblico in un gioco di insanabili contrasti, e Lobster, l’aragosta surrealista cromata di rosso e dotata di un paio di baffi alla Dalì, con chiari richiami sessuali nella forma.

Baloon Monckey (Blue), Jeff Koons. Cortile di Palazzo Strozzi a Firenze. Ph. courtesy Ela Bialkowska OKNOstudio

Autore di opere entrate nell’immaginario collettivo grazie alla capacità di unire cultura alta e popolare, dai raffinati riferimenti alla storia dell’arte alle citazioni del mondo del consumismo, Jeff Koons trova nell’idea di “lucentezza” un principio chiave delle sue innovative sculture e installazioni che mirano a mettere in discussione il nostro rapporto con la realtà ma anche il concetto stesso di opera d’arte.

“C’è qualcosa di immediatamente coinvolgente nel lavoro di Jeff Koons, qualcosa che parla al nostro cuore in profondità – ha dichiarato il curatore Joachim Pissarro. Tuttavia, la sua opera è tutt’altro che facile. Il suo impatto è diretto e potente, ma i livelli di significato, le complessità e la ricchezza del suo lavoro sono inesauribili. La possibilità di vedere oggi la sua opera a Firenze è estremamente importante: entra profondamente in risonanza con la tradizione del Rinascimento e ci procura un’intensa gioia e un appagamento estetico. Questo è il mistero di Jeff Koons”.

Le opere dell’artista americano pongono lo spettatore davanti a uno specchio in cui riflettersi e lo collocano al centro dell’ambiente che lo circonda. Come dichiaralo stesso Koons: “Il lavoro dell’artista consiste in un gesto con l’obiettivo di mostrare alle persone qual è il loro potenziale. Non si tratta di creare un oggetto o un’immagine; tutto avviene nella relazione con lo spettatore. È qui che avviene l’arte”.

La mostra è promossa e organizzata da Fondazione Palazzo Strozzi di Firenze, in collaborazione con Comune di Firenze, Regione Toscana, Camera di Commercio di Firenze, Fondazione CR Firenze, Comitato dei Partner di Palazzo Strozzi e Intesa Sanpaolo.

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Jeff Koons. Shine, Palazzo Strozzi – Firenze. Ph. courtesy Ela Bialkowska OKNOstudio



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