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Acquisti collettivi di opere d’arte, la delizia nell’aggiudicarsi emozioni durature – con l’iPad

I millennials, nati tra i primi ottanta e il 2000, sono oramai all’alba dei trent’anni. Amanti di piattaforme social, innovazione e tech, codici di comunicazione e arte (soprattuto contemporanea), la generazione di nativi digitali ha un proprio codice di valori fatto di tendenze, mode e relazioni individuali – personali e virtuali. Non solo, i millennials sono la generazione che nel 2020 si propone di investire relativamente poco e, se sceglie di farlo, è un investimento alternativo che si allontana dal modello tradizionale dei propri genitori.

Parliamo di un fenomeno relativamente nuovo e non molto noto se non si è dentro all’arte, ma che è in grado di suscitare curiosità e interesse: investimenti fluidi in opere d’arte ovvero l’acquisto di un piccolo pezzo di un’opera d’arte, cosiddetta capitalizzazione pro-quota.

Perché nasce questo nuovo modo, collettivo e sicuramente emozionante, di acquisto?

Negli ultimi 10 anni il mercato dell’arte ha raddoppiato il proprio giro d’affari 1, e c’è da dire che l’arte si compra soprattutto per il suo valore sociale, vale a dire che l’acquisto avviene come status e lifestyle symbol. È quello che dichiara ben l’80% degli acquirenti d’arte nel 2018 2. Ci sono anche collezionisti che acquistano non per il piacere del possesso, ma puramente a titolo di investimento; due strategie diametralmente opposte in cui gli aspetti emozionali e i calcoli rendono una parte ben distinta dall’altra.

Il decennio 2020 – 2029 è iniziato a dir poco in modo brusco, forzando il mercato dell’arte ad una profonda ed epocale trasformazione. La tecnologia ha oggi un ruolo fondamentale nel rinnovamento del mercato dell’arte e nella gestione dei patrimoni artistici. In più la tecnologia offre la possibilità di una democratizzazione del mercato aumentando la trasparenza e la facilità di accesso alle informazioni. Basti pensare come le piattaforme social, in primis Instagram, con il suo miliardo di utilizzatori mensili, è un canale fondamentale e strategico per raggiungere collezionisti worldwide. Le barriere cadono anno dopo anno, la gestione del rischio è sempre più importante e blockchain, e l’intelligenza artificiale e la digitalizzazione del mercato dell’arte rendono sempre più accessibile affacciarsi su un terreno a molti sconosciuto fino a pochi mesi fa.

Inoltre, fare un investimento in un’opera d’arte rilevante non è alla portata di tutti coloro che vorrebbero poter acquistare o iniziare una propria collezione. Lo scopo è quindi di rendere accessibile l’investimento di opere d’arte importanti. È semplice e geniale, il valore dell’opera viene stabilito in partenza e quindi diviso in quote di uguale costo. Il singolo acquirente può acquistare una o più quote, che può scegliere anche di rimettere sul mercato se lo desidera, recuperando l’investimento. Diversamente, può attendere che l’opera sia venduta per essere liquidato del valore delle proprie quote. L’investimento così inteso è a breve termine, quindi si evita anche di avere il capitale bloccato per molti anni in opere d’arte. L’acquisto di una o più quote minime con la possibilità di venderle, nel caso il valori aumenti, è una soluzione logica e naturale.

È senza dubbio emozionante acquistare una quota parte di un’opera d’arte. L’immediatezza rende questo processo una sorta di partecipazione alla collettività, è condividere un fantastico viaggio insieme ad altri compagni: un processo del tutto assimilabile agli sviluppi social ai quali siamo oramai più che abituati.

E il piacere del collezionista dove lo mettiamo?

Comprare una quota parte toglie però il piacere di possedere l’oggetto del desiderio; è qui che le nuove generazioni si contraddistinguono. L’abitudine di usare un servizio per vedere un film o ascoltare la musica anziché possedere un DVD o un disco è oramai radicata: inizia con piattaforme come Netflix e Spotify, e non sono solo questi i settori in cui l’acquisto di una quota di un bene è in uso. Anche nell’immobiliare e nel nautico, l’aspetto del non possesso è emblematico della nostra era e la strada è tutta in discesa.
Chissà il 2021 cosa porterà, la co-esistenza con il Covid lascia sicuramente tanti dubbi. Non rimane che, come il 2020 ci ha insegnato, innovare e adattarsi. Sembrano proprio queste le risposte: anche solo per fare un piccolo investimento in un’emozione – sperando che sia duratura, forte ed esaltante.

In anteprima:
JAGO, Habemus Hominem

Opera in marmo statuario raffigurante il busto di Papa Benedetto XVI “messo a nudo” e venduto in quote parte nella Paratissima di Torino

Video JAGO canale ufficiale Youtube

NOTE

1 Il Giornale dell’Arte
2 Deloitte Art & Finance



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