Si è da poco conclusa la 16ª edizione di Art Dubai, il noto appuntamento arabo di riferimento per gli appassionati d’arte. Da qualche anno, all’interno del suo format, il festival propone anche una sezione dedicata all’arte digitale. Nonostante la volatilità delle criptovalute, l’interesse per gli Nft sembra continuare a crescere, smentendo chi li ha definiti un semplice fenomeno passeggero
Dopo il loro picco nel 2021, gli Nft sembravano essere scesi ai minimi storici, ma secondo quanto emerge da uno studio condotto dal Research & Markets non è affatto così: il tasso di crescita del mercato dell’arte digitale pare non voler rallentare, ma anzi, nei prossimi anni il trend continuerà a lievitare. Esponenzialmente. Ne sono convinti gli Emirati Arabi Uniti, che credono in un potenziale rinnovato vigore dell’arte su blockchain già quest’anno, grazie ad una ritrovata fiducia. Il mercato degli Nft dovrebbe, difatti, raggiungere un valore di 4,7 miliardi di dollari entro il 2028, rispetto ai 982,1 milioni di dollari del 2022, rivelando di avere una certa solidità e un potenziale che smentisce indissolubilmente chi, agli albori, li aveva definiti un fuoco di paglia.
Questa attenzione è stata particolarmente evidente anche all’Art Dubai – il noto appuntamento arabo di riferimento per gli appassionati d’arte – che, per il secondo anno consecutivo, ha offerto una sezione interamente dedicata all’arte digitale e al contesto in cui si sono sviluppati, tanto che il numero di gallerie presenti quest’anno nella sezione è aumentato da 15 a 23, con diverse new entry, rivelandone il trend positivo.
«Dal boom degli Nft all’inizio del 2021 e dopo il crollo delle criptovalute – afferma Clara Che Wei Peh, curatrice della sezione Digital ad Art Dubai – gli artisti hanno continuato a creare, a mettere in circolazione le loro opere, ad esplorare nuovi modi di lavorare con la tecnologia, anche se il mercato ha subito una correzione, come è inevitabile per qualsiasi mercato, ma negli ultimi due anni, anche l’ecosistema è andato gradualmente maturando, con lo sviluppo di un maggior numero di sistemi di supporto per gli artisti che lavorano con i nuovi media e le blockchain». «Stiamo anche assistendo a un numero maggiore di gallerie che lavorano con gli Nft e le criptovalute, a un flusso continuo di vendite da parte delle case d’asta tradizionali che includono opere d’arte basate sugli Nft nelle loro vendite e a un numero crescente di musei che acquisiscono Nft per la loro collezione. In una prospettiva a lungo termine, vediamo che lo spazio si sta evolvendo come mercato dell’arte».
L’arte digitale invade i musei
Artisti, creativi, così come anche i musei, sono sempre più interessati a connessioni, nuovi media e alle infrastrutture tecnologiche che li sostengono. Lo dimostra la sempre maggiore presenza di opere digitali e Nft nelle collezioni museali, segno che il mondo dell’arte sta mostrando una progressiva maturazione verso nuovi tipi di marcati e di esperienze creative.
Questo trend è stato evidenziato dalla curatrice Clara Che Wei Peh, che ha sottolineato come il MAK di Vienna sia stato il primo museo ad utilizzare Bitcoin per acquisire opere d’arte nel 2015, seguito dallo ZKM di Karlsruhe che ha avviato la propria collezione di Nft nel 2017 con la mostra “Open Codes”. Di recente, anche il Centre Pompidou di Parigi ha acquisito ben diciotto opere d’arte coniate sulla blockchain da inserire all’interno della propria collezione. Tutti indicatori che mettono a tacere chi riteneva che i Token non fungibili fossero un fenomeno destinato a cadere nell’oblio.
Refik Anadol, uno tra i new media artist più influenti al mondo, pioniere, “pittura di dati”, per esempio, è presente in diverse collezioni museali con le sue sculture di dati basate su quasi un miliardo di immagini, e quotazione di base che raggiunge i cinque zeri (la Galleria Pilevneli di Istanbul lo ha rappresentato quest’anno alla 16esima edizione di Art Dubai Digital, con un range di prezzo compreso tra 100 e 300 mila dollari). Dopo l’esposizione al Palazzo Strozzi di Firenze nel 2022, con l’installazione site specific “Machine Allucinations: renaissance dream”, realizzata sfruttando le potenzialità dell’intelligenza artificiale generativa (AI), le sue opere multisensoriali saranno in mostra fino 27 agosto 2023 al Museum for Modern Art di Arken in Danimarca. Tra le opere in rassegna, una di queste è stata concepita appositamente per l’istituzione museale, raccogliendo i dati meteorologici provenienti dall’esterno dell’edificio.
Tra le opere di arte digitale più discusse all’Art Dubai 2023, l’ultima creazione di Brendan Dawes, intitolata “Persian Dreams”: un’interpretazione innovativa del celebre Libro dei Re di, noto anche come Shahnameh, che racconta la valorosa storia dell’Iran antico attraverso un vasto insieme di storie, leggende e miti che si estendono per oltre 50.000 versi. L’opera, re-immaginata da Dawes in formato Nft, parte da un prezzo di vendita compreso tra i 36 e i 60mila dollari.
Il futuro degli Nft
Le opere d’arte blockchain sono davvero il futuro? Secondo la curatrice Clara Che Wei Peh è difficile prevederlo con precisione. Se da un lato, gli Nft consentono ai creatori di opere d’arte di monetizzare il proprio lavoro in un modo completamente nuovo e “sicuro”, eliminando la necessità di intermediari tradizionali come gallerie e case d’asta; dall’altro, ci sono preoccupazioni sul fatto che l’enorme quantità di opere d’arte digitali disponibili su blockchain possa rendere difficile per i collezionisti la distinzione tra opere autentiche e contraffatte. Per non parlare del rischio di volatilità dei prezzi e delle criptovalute, che potrebbe rendere difficile valutare il vero valore di un’opera d’arte Nft.
I Non Fungible Token rappresentano, sicuramente, un’innovazione significativa nell’ambito dell’arte digitale e dei beni digitali in generale, che ha portato ad un cambio di paradigma nel modo in cui consideriamo non solo l’arte digitale, ma anche tutti i beni e i file digitali in generale, e, probabilmente, sarà difficile tornare indietro.
In anteprima: l’installazione immersiva “Glacier Dreams” di Refik Anadol Photo © Cedric Ribeiro/Getty Images for Art Dubai