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“Vissuta in Sicilia fino ai vent’anni, ho assorbito molto di quella luce e di quei colori mediterranei e dello spirito di confine che vi si respira, e dei resti delle civiltà antichissime che vi sono fiorite.” Riviviamo l’eredità artistica di Carla Accardi, la pittrice che ha infranto gli schemi dell’arte postbellica italiana

Carla Accardi è tra le figure femminili di spicco dell’arte italiana. Contribuì, sin dai primi anni del periodo postbellico, all’elaborazione di una filosofia e uno stile innovativo nell’arte. Femminista e astrattista, fu l’unica donna tra i fondatori del gruppo Forma 1 dedicandosi alla ricerca delle forme astratte sin dalla fine degli anni ‘40. Il gruppo Forma 1 nacque dal titolo della rivista omonima (uscì solo la prima pubblicazione) una dichiarazione d’intenti del gruppo il cui lo scopo era costruire un linguaggio che potesse conciliare posizioni opposte, superando la figurazione, ma liberandosi anche dal rigore della geometria, per avvicinare il formalismo e il marxismo, fino a quel momento considerati inconciliabili, per creare una mediazione fra i due linguaggi dell’arte più in voga in quel periodo: astrattismo e realismo.

Femminista e sperimentatrice si è imposta nel mondo dell’arte in un periodo in cui le istanze della pittura erano di competenza pressoché maschile, è stata una delle prime artiste donne legate all’astrattismo a ricevere un ampio riconoscimento sulla scena internazionale, Germano Celant fu tra i primi a sottolineare la sua carica innovativa.

Dopo il periodo dell’uso prevalente del bianco e del nero, a compimento delle forme non immediatamente decifrabili, a partire dagli anni Sessanta l’artista accentua l’interazione tra diversi piani spaziali usando pigmentazioni più intense e squillanti dando vita a un’esperienza che trascende i confini tra l’interno e l’esterno, tra guardare e leggere, tra vedere e percepire. L’opera che verrà presentata da Pandolfini nell’asta di Arte moderna e contemporanea del 21 giugno, “Turchese e arancio“, realizzata nel 1961, ne è un chiaro esempio.

Continua a leggere l’articolo su La settimana di Pandolfini.



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