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Il dipinto era abbandonato in un capannone agricolo, coperto dal guano dei colombi. Dopo un’analisi approfondita si rivela un Van Dyck. Venduto all’asta per 3 milioni

Il termine “serendipity” è stato coniato nella metà del Settecento dallo scrittore inglese Horace Walpole, per definire la capacità di fare scoperte importanti in maniera del tutto casuale o per merito della propria acutezza. Il giorno in cui Albert B. Roberts, un piccolo collezionista americano, ha acquistato per 600 dollari un bozzetto ad olio senza firma e senza data, rinvenuto in un fienile di Kinderhook, nello stato di New York, in totale stato di abbandono, non avrebbe mai immaginato che la sua vita sarebbe cambiata per sempre, proprio grazie a quell’acquisto fatto in asta vent’anni prima.

Dopo una serie di analisi approfondite sul dipinto, condotte fino al 2019, la rivelazione: la tela, dall’aspetto apparentemente “maldestro”, si è rivelata una straordinaria opera di Van Dyck, un grande studio di figura eseguito all’inizio della carriera, che il pittore fiammingo avrebbe poi ripreso nel San Girolamo. Pochi giorni fa l’opera è stata battuta all’asta, da Sotheby’s, per 3 milioni di dollari: un bel colpo per un’opera destinata ad essere dimenticata in una rimessa, completamente esposta all’azione delle deiezioni dei colombi.

“Questo interessante studio della figura di un uomo anziano rappresenta un’importante scoperta del primo periodo di Sir Anthony van Dyck, un artista secondo solo a Sir Peter Paul Rubens nella gerarchia dei maestri fiamminghi del XVII secolo – scrive Sotheby’s – È uno degli unici due grandi studi su modelli dal vivo nell’opera di Van Dyck ed è stato eseguito mentre il giovane artista lavorava a stretto contatto con Rubens ad Anversa. L’opera è servita da studio per il dipinto di Van Dyck raffigurante il San Girolamo conservato al Museum Boijmans van Beuningen di Rotterdam datato dagli studiosi intorno al 1618-1620. La connessione tra i due è inconfondibile; gran parte della muscolatura è resa in modo uniforme e il braccio destro dell’uomo è posizionato in modo quasi identico. Il fatto che l’uomo nel presente esempio sia rivolto leggermente più a sinistra, tuttavia, chiarisce che Van Dyck ha eseguito quest’opera non come modello per uno specifico dipinto, ma piuttosto per comprendere l’anatomia umana e renderla in modo convincente nello spazio”.

La scoperta è stata autenticata nel 2019, grazie alla storica dell’arte Susan Barnes che l’ha riconosciuta come un’opera originale di Van Dyck «sorprendentemente ben conservata», nonostante il retro della tela fosse punteggiato da escrementi di uccelli.

Lo «Schizzo per San Girolamo» è uno dei due soli studi di Van Dyck basati su un modello dal vivo conosciuti, realizzato probabilmente tra il 1615 e il 1618, quando l’artista lavorava come assistente di Peter Paul Rubens. L’olio ritrae un uomo anziano e ciondolante, di costituzione minuta finemente resa: una rappresentazione che è servita come studio per il «San Girolamo» di Van Dyck (1618-20) attualmente conservato al Museo Boijmans van Beuningen di Rotterdam.

Quando a Roberts è stato chiesto perché avesse atteso tanto tempo per autenticare il dipinto, Roberts ha risposto che credeva già che si trattasse di un’opera molto probabilmente riconducibile al “Secolo d’oro” olandese. “Allora non feci niente. Essenzialmente avevo la risposta “, disse Roberts all’epoca, secondo The Daily Gazette . “Ciò che è eccitante per me è l’inseguimento. E una volta che sono soddisfatto di chi è, mi rivolgo ad altri lavori.



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