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Vi guidiamo alla scoperta di alcune delle più affascinanti dimore storiche della Lucchesia in un’ideale passeggiata che, partendo dal giardino ad anello delle imponenti Mura del centro cittadino, risale le colline attraversando piccoli borghi e Pievi, affacciate su panorami mozzafiato

L’immagine di Lucca si lega da sempre e strettamente al territorio che cinge ed adorna la città con una corona di dimore storiche ed ameni giardini. L’unione affascinante ed indissolubile tra il centro cittadino e la campagna circostante – caratteristica comune a numerose realtà italiane – è ben rappresentata da un ricco patrimonio di circa trecento dimore storiche costruite tra il XV ed il XIX secolo da facoltosi mercanti lucchesi, arricchitisi nel corso dei secoli grazie alla produzione e al commercio dei tessuti preziosi e alle fiorenti attività bancarie.

Dal giardino ad anello delle imponenti Mura del centro storico, passando per la maestosa Villa Reale di Marlia, fino ad arrivare alle residenze più affascinanti di Camigliano e Segromigno, l’itinerario risale le colline toccando le Pievi affacciate su panorami di grande respiro e punteggiati dalle dimore storiche che si susseguono con regolarità come perle di una lunga collana.

Un’ideale passeggiata alla scoperta degli esempi più rilevanti del complesso delle “delizie” lucchesi, come venivano chiamate in quanto residenze di villeggiatura e luoghi di rappresentanza, potrebbe iniziare da una delle dimore storiche più vicine alla città, Villa Bernardini.

L’ingresso di Villa Bernardini. Ph. Francesca Manfredini

La residenza, edificata per volontà di Bernardino Bernardini, Ambasciatore della Repubblica di Lucca, fu conclusa nel 1615 e rappresenta uno degli esempi di ville meglio conservate nel territorio lucchese. È circondata da un parco di 8 ettari, nel quale si avvicendano e trovano spazio uno splendido esempio di giardino romantico e segreto, un settecentesco teatro di verzura interamente circondato da parterre fioriti e pareti di buxus sempervirens di forma sferica ed infine un’ampia limonaia, ricovero invernale per le conche di agrumi che dalla primavera all’autunno ornano la Villa.

Proseguendo l’itinerario verso il capannorese, ci si imbatte in un esempio di eloquenza architettonica di impronta barocca, Villa Cenami, oggi Mansi – Salom. Il complesso, posto nella frazione di Camigliano, si articola a partire da un impianto di origine cinquecentesca caratterizzato dallo splendido loggiato, scandito all’interno dall’apertura di tre finestre serliane, al di sopra delle quali si impostava una seconda loggia architravata. Venduta alla Famiglia Mansi nel 1675, la villa fu ulteriormente modificata nel secolo successivo, attraverso l’aggiunta in facciata del frontone mistilineo con lo stemma di famiglia, la chiusura della loggia superiore, nella quale furono ricavate altre stanze, ed il coronamento con balaustre e statue, tutti elementi che ricalcano le caratteristiche tipiche dell’architettura barocca: sinuosità, policentrismo, decorazioni esuberanti e “teatrali”. Questo tipo di villa, assimilabile alla vicina residenza dei Santini – Torrigiani, non ha avuto seguito in territorio lucchese e soltanto sporadici interventi settecenteschi ad altri complessi – come nella facciata di Villa Sardi oggi Tronci – possono allinearsi al linguaggio barocco. La sistemazione del giardino fu affidata all’inizio del Settecento all’architetto Filippo Juvarra, il quale, coadiuvato da Giovanni Francesco Giusti, mise a punto interventi miranti alla realizzazione di effetti prospettici e scenografici attraverso specifici coni ottici. Il cancello d’ingresso introduceva, infatti, ad un vasto spazio, una sorta di grande piazza, da cui si individuava il palazzo come fuoco prospettico.

L’elegante prospetto di Villa Cenami, oggi Mansi – Salom. Ph. Francesca Manfredini

Uno degli esempi più ricchi di storia e di suggestioni extra locali nel variegato complesso costituito dalle delizie della campagna lucchese è però senza dubbio costituito da Villa SantiniTorrigiani a Camigliano, una graziosa frazione del comune di Capannori.

Come la gran parte delle oltre trecento residenze sparse capillarmente nel “Distretto delle Sei Miglia”, anche quella di Camigliano rappresenta la cifra di affermazione della benestante aristocrazia lucchese. Costruita a metà Cinquecento come forma di investimento fondiario dai Buonvisi, la famiglia lucchese più prestigiosa dell’epoca e proprietaria di una quindicina di residenze cittadine ed extraurbane, la Villa conobbe il periodo di maggior sviluppo a partire dalla fine del Seicento, quando fu venduta ai Santini, viaggiatori e mercanti costantemente in contatto con i centri italiani ed
europei più floridi.

Il Giardino di Flora, parte del complesso di Villa Torrigiani. Ph. Francesca Manfredini

Alla base delle radicali trasformazioni che interessarono la residenza, infatti, vi furono lo spirito di innovazione e la poliedricità degli interessi manifestati dal Cavaliere Nicolao, la cui «grandiosa concezione» è elogiata da un viaggiatore settecentesco, Georg Christoph Martini, che nei suoi scritti definisce la Villa di Camigliano una «piccola Versailles». La grandiosità del paragone deve essere ricercata negli effettivi contatti vantati dal nobile – in qualità di ambasciatore della Repubblica di Lucca – con la Reggia di Luigi XIV e che costituiscono una delle cause della penetrazione in Lucchesia di un gusto tipicamente francese, identificabile nella configurazione assunta dai giardini alla fine del Seicento.

Numerose e rilevanti sono le suggestioni extra locali ed internazionali alla base dell’aspetto sei – settecentesco assunto dalla Villa, che costituisce un unicum nel panorama architettonico ed artistico delle “delizie”. Le vicende legate alla Villa hanno infatti evidenziato il suo carattere di crocevia di artisti e maestranze, ascrivibili a tre precisi ambiti culturali ai quali il proprietario, committente degli interventi, ha evidentemente attinto:

  • quello francese, visibile nella decorazione floreale a parterres de broderie dei giardini circostanti il palazzo, nella progettazione delle due vasche mistilinee, ad opera dell’architetto André Le Nôtre ed esemplate su quelle di Versailles ed infine nella denominazione e conformazione del caratteristico Borgo Parigi, esempio unico in zona di villaggio annesso ad una Villa, ma autonomo e riservato a contadini ed artigiani;
  • genovese, individuabile nella somiglianza emersa tra il Ninfeo dei Venti – parte integrante del mirabile invaso mistilineo, denominato “Giardino di Flora” – e il progetto alessiano della Grotta Doria nei Giardini del Principe a Fassolo, prototipo cinquecentesco del modello architettonico della grotta artificiale da giardino;
  • emiliano, identificabile nelle soluzioni che caratterizzano la facies del palazzo, progettata dagli architetti bolognesi Alfonso Torreggiani e Giuseppe Antonio Torri, e nella decorazione degli ambienti interni.

Palazzo e giardino, dunque, partecipano in modo unitario e simbiotico alla sintesi di uno spazio scenico e teatrale, al quale introduce l’imponente viale rettilineo di cipressi, asse centrale che “attraversa” l’edificio e prosegue nella campagna retrostante.

In tempi recenti, la Villa è stata utilizzata come location di alcuni film, tra cui Il Marchese del Grillo con Alberto Sordi, nel quale alcune scene sono state girate nei saloni interni.

Per visitare le ville storiche della Lucchesia o per maggiori informazioni aggiuntive, rimandiamo ai siti ufficiali sotto elencati:

Villa Bernardini – Via Vicopelago 573/a, 55100 | Lucca

Villa Mansi – Via delle Selvette, 242, 55018 Segromigno in Monte | Capannori

Villa Torrigiani – Via del Gomberaio 3, 55100 Camigliano | Capannori

Le Ville e i Palazzi della Lucchesia

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Villa Torrigiani a Capannori (LU). Ph. Francesca Manfredini



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