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Si scrive web3 e si legge community. Uno degli aspetti più marcati della rivoluzione tecnologica che ci ha portato a riconsiderare completamente la possibilità di un mercato reale dell’arte digitale, è sicuramente quello dell’interconnettività che sta alla base della logica che fonda questo settore. 

In effetti la blockchain ha rivoluzionato il concetto di certificazione e ancor più quello di archiviazione dell’opera, conducendoci a una nuova concezione di un database distribuito, che non risieda su un unico computer ma in una rete di macchine che sono, in sostanza, impossibili da mettere fuori gioco o manomesse. Il networking sta dunque alla base di questa innovativa tecnologia e, proprio il networking, è un elemento centrale dello sviluppo della fase creativa delle opere d’arte e, ancor più, del marketing che riguarda questo mercato. Diventa dunque centrale, in tutto questo, la community che è collegata ad un artista e ad un progetto artistico, perché la community assorbe e amplifica la diffusione del messaggio artistico e, talvolta, ne diventa parte integrante ed integrata.

Quest’onda comunicativa che rimbalza da un computer all’altro, da una città all’altra, da un continente all’altro, 24 ore al giorno diventa dunque una palestra delocalizzata per lo sviluppo di nuovi codici visivi… e allora ecco che vediamo nascere una nuova iconografia intrisa di elementi tecno-ludici che attraversa pervadente tutto il settore.

Wondermundo è un’artista latino-americana che, attraverso la rete, trova un percorso creativo che affianca il proprio percorso personale di crescita e smarcamento da una vita complicata. Cresce nella community, con la community e la sua produzione è intrisa della poetica tecno-colorata del web3. Technicolor Madonna si chiama la sua opera; è una rivisitazione pop hi-tech della sacralità della Vergine, un esempio di come i codici del nostro mondo e di quello che abbiamo visto nella storia dell’arte possano essere rimixati come una traccia audio che reinterpreta un brano degli anni 70.

Una Madonna in technicolor dunque, un lavoro che potrebbe essere prodotto da un’intelligenza artificiale ma che ci trasmette tutta la capacità artistica e la maestria cromatica di questa giovane artista. Se spesso ci si lamenta del fatto che il mondo dell’arte, anche quella contemporanea, sia un po’ stanco, e che anche gli sviluppi più estremamente concettuali portino spesso a delle strade già viste e già percorse… bisogna però ammettere che questa new-wave della rivoluzione NFT ha portato una ventata di aria fresca e una forte schiera di artisti che, per fortuna nostra, sono cresciuti spesso lontani dalla solita comunicazione e narrativa dell’arte contemporanea.

Oggi l’utente, collezionista, artista o solo curioso, può diventare un ingranaggio di questo grande organismo in movimento che è lo spazio decentralizzato del web3. Uno spazio dove la community è l’origine e il fine, uno spazio che elimina lo spazio tra l’arte e lo spettatore, dove l’opera diventa accessorio/dispositivo/bene prezioso della nostra quotidianità.

Continua a leggere l’articolo su La settimana di Pandolfini.



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