A cavallo del neo-dadaismo e della pop art, Robert Rauschenberg (1925-2008) fu pittore e, più in sordina, fotografo. Nacque a Port Arthur, in Texas, e durante la giovinezza pensò seriamente che sarebbe diventato un farmacista.
Il suo primo incontro con la pittura avvenne nel 1945, concluso il servizio militare, quando si iscrisse all’Istituto d’Arte del Kansas e successivamente all’Académie Julian di Parigi. Tre anni dopo approderà al Black Mountain College, luogo cardine per la sperimentazione e l’interdisciplinarità artistica del XX secolo, fondato nel 1933. Proprio qui, Merce Cunningham costituì la sua compagnia di danza e John Cage allestì il primo happening: la rivoluzione era alle porte.

Luogo diventato ormai leggenda, il Black Mountain College attirò una moltitudine di giovani artisti oggi quotatissimi. Oltre ai già citati, Willem e Elaine de Kooning, Josef and Anni Albers, Jacob Lawrence, Cy Twombly, Kenneth Noland, Susan Weil, Vera B. Williams, Ben Shahn, Ruth Asawa, Franz Kline, Arthur Penn, Buckminster Fuller, M.C. Richards, Francine du Plessix Gray, Charles Olson, Robert Creeley, Dorothea Rockburne sono solo alcuni degli artisti che varcarono la soglia dell’istituto.
Nel 1952 Cage, Cunningham e Rauschenberg crearono la rappresentazione Theatre Piece No. 1, successivamente denominato The event, un evento in cui musica, danza, pittura e poesia coesistevano nella stessa dimensione. Anche gli spettatori, seduti all’interno dello spazio performativo, divennero parte integrante dell’evento artistico. Rauschenberg lavorò tutta la vita alla ricerca di una commistione totale tra arte e vita quotidiana; un desiderio urgente di raccontare il mondo in tutta la sua complessità. Nei primi anni Cinquanta si impegnò nella serie dei Black Paintings, dei Red Paintings e dei White Paintings, tele monocrome che dovevano essere “riempite” dall’ambiente circostante.

La sua sperimentazione giunse al culmine con i Combine-paintings: combinando elementi diversi tra cui scatole di cartone, pezzi di legno, tessuto, materassi, lamiere, vetro, specchi, barattoli, fili elettrici, componenti di elettrodomestici, perfino animali imbalsamati, Rauschenberg sconvolge i nostri schemi percettivi usuali, facendoci riflettere sulle forme della realtà e sull’estetica del quotidiano.
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Robert Rauschenberg, New York (1962)
Stampa alla gelatina ai sali d’argento cm 37,8 × 37,8