Dopo un anno e mezzo di lavori di adeguamento costati circa 250 mila euro, gli Uffizi riaprono le porte della biblioteca Magliabechiana, prezioso scrigno di arte, cultura e architettura nel cuore della Galleria, con un innovativo impianto di illuminazione all’insegna dell’ecosostenibilità
La Biblioteca degli Uffizi di Firenze riapre al pubblico dopo un progetto di restauro durato 20 mesi e interventi di adeguamento costati circa 250 mila euro. Lo spazio settecentesco, conosciuto anche come ex Biblioteca Magliabechiana, dal nome dell’erudito che ne fu il primo responsabile, Antonio Magliabechi (1633-1714), era chiuso dal 5 febbraio 2021 e dopo quasi due anni di “interventi di consolidazione strutturali per rimediare ai guasti del tempo” torna ad essere fruibile, con un progetto di ammodernamento tecnologico dell’impianto di illuminazione volto al risparmio energetico, che ne esalti la storicità e l’eleganza della struttura.
“Il restauro della biblioteca Magliabechiana ha un doppio valore: prima di tutto pratico, era fondamentale provvedere al consolidamento delle assi di sostegno del tetto, ma, soprattutto, ricorda l’importanza della ricerca come strumento fondamentale per la tutela delle opere d’arte e come elemento imprescindibile della missione del museo” ha dichiarato il Direttore delle Gallerie degli Uffizi Eike Schmidt.
La storia della Biblioteca degli Uffizi
La Biblioteca Magliabechiana fu costruita nel XVIII secolo da Antonio Magliabechi, bibliofilo e bibliotecario italiano del Granduca Cosimo III. Dopo la sua morte nel 1714, lasciò la sua collezione di 30.000 libri e una cospicua rendita per la costruzione della biblioteca. Dopo l’Unità d’Italia nel 1885, la Biblioteca divenne Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze. Nel 1935 tutti i libri furono trasferiti nella nuova Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze in Piazza Cavalleggeri. Nel decennio dopo, precisamente nel 1998, è stata aperta la Biblioteca degli Uffizi nel settecentesco salone Magliabechiano, che oggi ospita importanti documenti indispensabili per comprendere la storia dell’istituzione fiorentina, come gli inventari della Tribuna dal 1589 al 1890, corrispondenze di artisti, registi e mercanti d’arte, guide storiche, biografie di artisti, cataloghi di mostre e musei di tutto il mondo.
Ph. courtesy Candida Höfer