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Il Patek Philippe Nautilus è attualmente uno degli orologi sportivi ed eleganti più ricercati dai collezionisti di tutto il mondo. Questo straordinario modello nasce nel 1976, dalla mente del geniale maestro orologiaio Gerald Genta e si confermò quale novità assoluta nel mondo dell’orologeria degli anni 70. Fu presentato alla fiera di Basilea lasciando stupiti i visitatori. Già nel ’72 Audemars Piguet aveva presentato il Royal Oak, primo orologio di lusso in acciaio, nel ’75 fu la volta di Vacheron Constantin con il 222 ed infine nel ’76 la IWC, tutti questi, frutto dell’inventiva di Genta.

Nello stesso anno, fa la sua apparizione lo sportivo di lusso secondo Patek Philippe, il quale segnerà inevitabilmente la storia dell’Alta Orologeria per il suo stile ingegnoso e unico per l’epoca, distaccandosi completamente dai modelli di altre case orologiere di lusso come Rolex. Ai tempi per Patek Philippe l’orologio di lusso aveva la cassa in oro ed il movimento automatico extrapiatto, pertanto un segnatempo sportivo d’acciaio di grandi dimensioni e con bracciale integrato risultò una vera innovazione all’epoca per la casa produttrice.

Il suo design caratteristico s’ispirava alla forma degli oblò del Nautilus, il fantastico sottomarino che accompagna le avventure del Capitano Nemo, il famoso personaggio di Ventimila Leghe sotto i Mari, uno dei più grandi romanzi di Jules Verne, pubblicato la prima volta nel 1870. Dalla fantasia legata a questo mitico sommergibile nacque l’innovativa cassa che ricorda infatti un oblò, con la lunetta di forma ottagonale dagli angoli lievemente smussati tali da renderlo un modello dal design inimitabile. Il primo Nautilus, definito Jumbo per le sue dimensioni (42 mm di larghezza) ed impermeabile fino a 60 metri, era un orologio sportivo ma elegante, decisamente robusto ed impermeabile grazie a una costruzione.

Realizzato con una cassa costituita da due parti di cui fondello e carrure erano monoblocco, quest’ultima era tornita per alloggiare il movimento sulla quale veniva fissata una guarnizione ovale ed una lunetta assicurata da quattro viti poste sulle grandi anse laterali. Il quadrante fu realizzato a rilievo con un motivo lignèe orizzontale con indici e lancette a bastone e data a ore tre, il bracciale caratterizzato da tre file di maglie di cui quelle laterali satinate e quella centrale lucida e dalla fibbia a doppia deployant marcata.
Anche il calibro che animava l’orologio del 1976, fu rivoluzionario, il cal. 28-255 c di derivazione Jaeger-LeCoultre 920, frutto dello studio di due grandi case orologiere, la Patek Philippe e Audemars Piguet, e il movimento, un automatico con rotore centrale, rifinito secondo gli standard del sigillo di Ginevra.

Leggi l’articolo completo su La settimana di Pandolfini, il blog ufficiale di Pandolfini Casa d’Aste



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