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“Orfeo e le Sirene” torna in Italia, il Getty Museum restituisce il gruppo di sculture sequestrato per esportazione illecita

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Il gruppo composto da tre statue in terracotta, dal nome “Orfeo e le Sirene”, datato IV secolo a.C., verrà restituito all’Italia dopo essere stato in mano al Getty Museum di Los Angeles per più di 40 anni. La riconsegna avverrà a settembre, in conclusione di una lunga indagine che ha visto la collaborazione tra l’organizzazione americana anti-traffico illecito di antichità e il Ministero della Cultura italiano.

Il gruppo di statue “Orfeo e le Sirene” al Getty Museum. Courtesy of © Avvenire

Giovedì 11 agosto il J.P. Getty Museum di Los Angeles, con uno statement, avrebbe anticipatamente annunciato la restituzione all’Italia del gruppo di terracotta “Orfeo e le Sirene“, del IV secolo a.C., proveniente dalla Puglia, grazie a una stretta collaborazione con il Ministero della Cultura italiano. Un atto dovuto in risposta alla policy del museo americano, che parla chiaro riguardo alla riconsegna degli oggetti ai loro Paesi d’origine, qualora si scoprisse siano questi trafugati o illecitamente esportati. Sono seguiti i ringraziamenti al colonnello Matthew Bogdanos, responsabile del contrasto al traffico di antichità nell’ufficio del District Attorney, per le preziose informazioni fornite sull’origine degli oggetti.
Tuttavia, i buoni intenti del museo californiano sono stati smentiti il giorno seguente: non si è trattato di una restituzione volontaria, bensì una restituzione obbligata da un sequestro penale, avvenuto lo scorso aprile 2022, a termine di un’indagine condotta da Bogdanos, il quale ha ribadito che la dichiarazione del Getty era “left half of the truth out“, una mezza verità.
L’indagine è partita dalle persone coinvolte con il traffico, l’ex-curatrice del Getty Museum Marion True, i trafficanti Giacomo Medici, Gianfranco Becchina Robert Hecht, e il tarantino Raffaele Monticelli, pregiudicato, ex-maestro di scuola elementare, broker di opere d’arte. Le statue furono acquistate per 550.000 dollari nel 1976 dal petroliere J. P. Getty, su consiglio del curatore di antichità della Villa Getty Jiri Frel ma dal 2006 comparivano nell’elenco dei manufatti rivendicati dall’Italia.

Getty Center visto dall’alto. Courtesy of © blogs.getty.edu

Il rientro in patria è previsto per settembre. Inizialmente, come annunciato dal ministro della Cultura, elogiando la collaborazione tra gli investigatori USA e il Nucleo dei Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale (TPC), l’intera opera verrà esposta nel Museo dell’Arte Salvata. “Orfeo e le Sirene” torneranno poi a Taranto: “arricchiranno il patrimonio archeologico della Puglia”, ha affermato il governatore della Regione. Nel frattempo, le sculture sono state rimosse dalle gallerie; l’operazione di imballaggio e trasporto richiederanno speciali attrezzature, data la loro estrema fragilità.
La riconsegna del gruppo statuario pugliese non è un caso isolato: qualche settimana fa sono stati restituiti altri 142 reperti archeologici all’Italia, la maggior parte appartenenti alla collezione del finanziere newyorkese Micheal Steinhardt. Dunque, “Orfeo e le Sirene” viaggeranno verso l’Italia insieme a una testa colossale di divinità del II secolo d.C., una forma di pietra per la fusione di orecchini a pendente dello stesso periodo, un dipinto a olio intitolato “L’oracolo di Delfi” del 1881 del pittore napoletano Camillo Miola (detto Biacca) e un incensiere etrusco di bronzo del IV secolo a.C.. Timothy Potts, direttore del Getty, riconosce l’appartenenza italiana delle opere in questione e si dice pronto alla restituzione, aggiungendo: “apprezziamo la nostra ottima relazione con il ministero della Cultura e con i colleghi in tutta Italia, con cui condividiamo la missione per la tutela del patrimonio culturale”.

 



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