Dal fascino della “bottega” agli ampi ed ariosi spazi di un loft, ma con radici profonde e ben piantate nel glorioso passato ed uno sguardo aperto verso tempi nuovi: è questo l’auspicio per il futuro di un’impresa condotta con rigore e passione e con il preciso intento di continuare a renderla un concreto presidio culturale e non soltanto un’impresa commerciale
Si appresta a celebrare i suoi primi 150 anni di attività la Libreria Antiquaria Gonnelli fondata nel 1875 da Luigi Gonnelli, capostipite della Famiglia di Librai che ne è alla guida da quattro generazioni e che l’ha resa una delle istituzioni di maggior riferimento nel panorama del commercio del libro antico.
Da oltre venti anni nelle mani del pronipote Marco Manetti, che ha affiancato alla storica attività anche quella di casa d’Aste specializzata nella vendita all’incanto di libri antichi, manoscritti, autografi, fotografie, stampe, disegni e dipinti antichi e moderni, per oltre un secolo ha vantato la propria sede storica nel cuore di Firenze, al civico 6-14R di Via Ricasoli, di fronte al Teatro Niccolini e a due passi dalla Cattedrale di Santa Maria del Fiore.
Dopo un periodo di transizione trascorso in un elegante palazzo in Piazza Massimo d’Azeglio, dall’inizio del 2022 Gonnelli si è trasferita negli ambienti di una ex galleria di arte contemporanea, dove all’attività storica viene affiancato un numero sempre crescente di Aste, esposizioni di libri, mostre d’Arte ed eventi culturali variegati, ma tutti legati al concetto di “cenacolo culturale”, come più volte è stata definita, dai tempi della celebre “Saletta Gonnelli”. Quest’ultima, che si apriva negli spazi di un cortile interno coperto da un lucernario e costituito da colonne e portali di pietra serena cinquecentesca, rappresentò per anni il palcoscenico per mostre di pittura di varie generazioni di artisti – molti dei quali sono passati alla storia come maestri del Novecento – a cui sono seguite prestigiose esposizioni dedicate alla grafica, con particolare attenzione al periodo simbolista e all’incisione italiana e straniera dell’Ottocento e della prima metà del Novecento.

Nella nuova sede, al civico 49 di Via Fra Giovanni Angelico, dove si perpetra l’attività espositiva di grafica e pittura, l’antica tradizione viene tenuta viva all’interno di uno spazio moderno e versatile, arredato con gli antichi mobili e librerie provenienti dalla Sede storica. Di pari passo con le esigenze di un lavoro necessariamente in linea con i tempi nuovi, lo sguardo rivolto al futuro non fa tuttavia trascurare l’importante passato legato al commercio librario, le cui radici affondano profondamente nel panorama dello storico collezionismo antiquario.
L’origine dell’attività si colloca in un momento delicato e cruciale all’interno del panorama storico italiano. Erano gli anni Settanta dell’Ottocento, poco dopo il trasferimento della capitale d’Italia da Firenze a Roma, quando Luigi Gonnelli, che aveva un “alberguccio” in Via del Guanto, ritrovatosi improvvisamente senza clientela, fu costretto a chiudere l’attività e ad avvicinarsi al mondo del commercio librario. «Gli capitò una biblioteca d’occasione», si legge nella cronaca dell’epoca, «prese un’asse, l’appoggiò a due capre e ci dispose in mostra i volumi, in un fondo aperto a tutti. Era nata la libreria Luigi Gonnelli e figli» (tratto da Alberto Maria Fortuna, cfr. “Timeline”).
Non è dunque un caso che la Libreria Antiquaria sia nata proprio in quel momento storico in cui, fatta l’Italia, si dovevano fare e costituire anche gli Italiani, uniti da un comune sentire che fosse in linea proprio con l’Unità nazionale proclamata qualche anno prima. Il contesto si presentava dunque propizio per far nascere un’attività imprenditoriale che concepisse il “libro” come uno strumento di diffusione della lingua italiana.

Sin dall’inizio, Luigi Gonnelli affiancò alla libreria anche l’impegno editoriale, come testimonia il caso delle opere di Giuseppe Manuzzi – filologo di origine forlivese che visse per molti anni a Firenze e che fu peraltro curatore di un’edizione del celebre Vocabolario dell’Accademia della Crusca – la cui biblioteca fu acquisita e gestita dallo stesso libraio nel 1880, dando vita al primo catalogo di vendita della Libreria. Tra le carte fu recuperata anche una ricca serie di opuscoli inediti, dati alle stampe a spese di Gonnelli. La collezione di Giuseppe Manuzzi, che costituì un punto cruciale nell’attività della Libreria, venne venduta all’incanto nella storica sede di Via Ricasoli: fu la primissima asta Gonnelli. La raccolta, “composta di oltre 10000 volumi”, impegnò il libraio per oltre 10 giorni, nel mese di Aprile 1880, come si legge nella pubblicazione dell’epoca. La vendita venne effettuata ad offerta libera ed aggiudicata al miglior offerente, ma il libraio

stabilì di accettare commissioni anche da parte di chi non poteva partecipare in sala, come Filippo Maria Trevisani, che inviò a Luigi una cartolina postale indicando alcuni volumi che intendeva acquistare per corrispondenza, lasciando carta bianca circa la cifra da spendere: «li acquisti come se fossero suoi, e mi faccia sapere i prezzi valutati per l’agio e per l’invio».
Sfogliando quel catalogo, di cui la Libreria possiede la prima copia nel suo archivio, risulta curioso notare il modo radicale in cui è cambiata la presentazione dei beni in vendita: la loro descrizione era semplice e sommaria, essendo prevista la visione esclusivamente diretta delle opere. L’abissale differenza tra le modalità di promozione applicate all’epoca e quelle attuali, presupponeva che il potenziale acquirente partisse da una conoscenza tale da permettergli di affidarsi ai propri occhi. Oggi invece è il libraio ad avere il delicato compito di descrivere in maniera estremamente minuziosa i pregi ed i difetti del volume dedicato alla vendita.
Da un confronto sommario l’aspetto in questione risulta più che evidente, unito ad una differente gestione delle Condizioni di Vendita: “non avendo apposto ai libri alcun prezzo, quei Signori che desiderano fare qualche acquisto, dovranno indicare il limite al quale intendono arrivare con la loro offerta”, si legge come premessa iniziale prima dell’elenco dei Beni suddivisi in “Vendite”. Le

descrizioni dei Lotti, numerati ed ordinati alfabeticamente, appaiono brevi, concise e chiaramente prive di immagini e riproduzioni. Si prenda come esempio la presentazione di un Lotto del primo catalogo e lo si confronti con uno qualsiasi dei Beni inseriti nei cataloghi di vendita delle attuali Aste Gonnelli, come uno dei più recenti Top Lots, la settecentesca “Storia naturale degli uccelli trattata con metodo” di Saverio Manetti, aggiudicata nell’Aprile del 2021 alla cifra di € 32.500,00, partendo da una base di € 18.000,00.
Tra le migliaia di libri passati per le mani dei librai che si sono succeduti, alcuni rappresentano dei capisaldi nella storia dell’attività fiorentina. Tra questi meritano una menzione speciale i “Canti Orfici”, una raccolta di componimenti letterari in prosimetro scritta da Dino Campana, che nel 1914 fu stampata in prima edizione dalla Tipografia Ravagli di Marradi e che trovò in Ferrante Gonnelli, diretto discendente di Luigi, l’editore che la promosse. Tanto e tale è il fascino esercitato dalla complessa storia tipografica dell’opera – il cui manoscritto è conservato alla Biblioteca Marucelliana di Firenze – che in tempi più recenti è stata pubblicata dalle Edizioni Gonnelli “L’avventura dei Canti Orfici tra storia e mito”, un saggio interamente dedicato al questo celebre incunabolo del Novecento.
Numerose e variegate, poi, le sezioni che compongono i cataloghi d’Asta: dai manoscritti e documenti autografi agli incunaboli, dalle prime

edizioni ai libri d’artista, dai disegni e dipinti alle stampe d’autore, dalle carte geografiche alle fotografie storiche, minuziosamente descritti con attenzione e professionalità da uno staff di validi e competenti collaboratori. Il collezionismo librario, concepito un tempo come hortus conclusus, dove pochi iniziati si scambiavano pareri ed impressioni e la contrattazione prevedeva un lento e fondamentale contatto umano, si è oggi riversato nelle vetrine virtuali di librerie poste a migliaia di chilometri di distanza e in quel necessario adeguamento a tempi veloci, dove le aste si svolgono con ritmi quotidiani e a qualsiasi

ora ci si può immergere in una ricerca che, in passato, richiedeva tempo e pazienza.
Sebbene le norme e le disposizioni non si presentino spesso adeguate a sostenere i ritmi dell’espansione del commercio estero ed italiano, occorre tuttavia favorire ed incrementare anche quel cambio generazionale che si rende quanto mai necessario ed indispensabile. È opportuno pertanto avvicinare e coltivare gli interessi dei nuovi bibliofili, sfatando anche alcuni miti legati all’inaccessibilità economica del collezionismo e del mercato librario antiquario. Come piace ricordare allo stesso Marco Manetti, al timone della Libreria, alla domanda, che spesso pone, su quanto possa costare un bando mediceo del Cinquecento di quattro pagine, stampato su carta fatta a mano con filigrana, segue lo stupore negli occhi di chi viene a sapere che
si possa acquistare a meno di cento euro.
Dal fascino della “bottega” agli ampi ed ariosi spazi di un loft, ma con radici profonde e ben piantate nel glorioso passato ed uno sguardo aperto verso tempi nuovi; è questo l’auspicio per il futuro di un’impresa condotta con rigore e passione e con il preciso intento di continuare a renderla un concreto presidio culturale e non soltanto un’impresa commerciale.