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Oltre cento opere di grandi artisti internazionali arricchiranno la capitale araba durante il Campionato mondiale FIFA World Cup Qatar 2022. L’offerta espositiva è molteplice e variegata, e mette in luce messaggi storici, sociali e culturali: dalla gigantesca creatura marina di Jeff Koons, all’installazione di rifugi a specchio nel deserto di Olafur Eliasson, la corsa ai mondiali di calcio in Qatar vede nelle prossime settimane il piccolo stato del Golfo impegnato a svelare una serie di ambiziose commissioni di arte pubblica

In occasione dei mondiali di calcio 2022, il Qatar amplia la propria offerta culturale, con opere e installazioni di artistar di piglio internazionale. Da qualche giorno gli spazi pubblici della capitale Doha svelano, infatti, nuovi, entusiasmanti progetti artistici, particolarmente “instagrammabili”, in rappresentanza di tutti i paesi partecipanti del Campionato mondiale FIFA World Cup Qatar 2022.

L’offerta espositiva che arricchirà la città araba e altri importanti siti qatarioti entro il periodo autunnale, è molteplice e variegata. Alcune opere sono state ideate per essere belle da vedere, alcune invitano alla riflessione o a un rapporto diretto con l’arte, altre conferiscono semplicemente colore a una strada o a un parco pubblico.

Olafur Eliasson, Shadows travelling on the sea of the day. Ph. Iwan Baan © Qatar Museums

Ad esempio, “Shadows travelling on the sea of the day” dell’artista Olafur Eliasson, con le sue rappresentazioni tipiche della cultura islamica del Medioevo, attraverso un gioco di specchi indaga la percezione umana e del mondo naturale, invitando il fruitore a guardare dentro di sé ed il proprio rapporto con la madre Terra.

“Dugong”, il luccicante gonfiabile di Jeff Koons in acciaio inossidabile, alto più di 20 metri e lungo 30, situato sulla Corniche di Doha, prende la forma di un mammifero marino in via di estinzione che ha abitato le acque del Golfo per migliaia di anni. Il dugongo rimarrà installato al Parco Al Masrah per circa sei mesi, come simbolo della necessità di proteggere la fauna selvatica in Qatar.

Jeff Koons, Dugong. Ph. Iwan Baan © Qatar Museums

A pochi passi dal gigantesco Dugong di Koons sorge il parco giochi di Shezad Dawood, dove i bambini possono arrampicarsi sulle strutture ispirate all’architettura modernista post-indipendenza della città araba. Il catalizzatore del progetto è lo Sheraton Hotel progettato da William Pereira nel 1982, che con il suo edificio, è inconfondibile nello skyline del quartiere degli affari di West Bay a Doha.

Le palme e i fiori giganti a pois che costeggiano il lungomare del Museum of Islamic Art (MIA) sono inconfondibilmente opera di Yayoi Kusama. L’installazione dell’artista giapponese ossessionata dai a pois nel MIA Park, include anche una delle sue sculture psichedeliche di fiori di grandi dimensioni, un motivo ricorrente dell’arte di Kusama che rimanda alle sue allucinazioni infantili.

Yayoi Kusama. Ph. Iwan Baan © Qatar Museums

“Doha Mountains” di Ugo Rondinone, si trova sul lungomare di Ras Abu Aboud vicino allo stadio 974, ed è una versione alternativa dei cinque colori degli anelli olimpici. Che sia un’allusione al sogno del Qatar di ospitare i Giochi Olimpici? I tipici faraglioni di roccia di Rondinone hanno preso residenza su una delle spiagge di Doha, posta accanto ad un’altra struttura multicolor: il “974 Stadium”, un insieme di 974 container che saranno smantellati al termine del campionato mondiale.

Ugo Rondinone, Doha Mountains. Ph. Iwan Baan © Qatar Museums

Maqam I, Maqam II, Maqam III invece sono tre sculture di grandezza monumentale realizzate dal libanese Simone Fattal, che ricordano attraverso le proprie forme originali gli archetipi del paesaggio e della storia qatariota.

L’installazione dell’artista brasialiano Ernesto Neto “Slug Turtle, TemplEarth”, è stata piazzata vicino al forte di Ain Muhammad: otto telai per porte da calcio, fissati in un anello ottagonale, al cui centro è collocato un globo terrestre in ceramica circondato da un’ampia superficie realizzata in rete bianca all’uncinetto. “Slug Turtle, TemplEarth” è un omaggio alla Terra e all’ambiente naturale, uno spazio dove i visitatori possono entrare per meditare ed entrare in connessione con la Terra e il deserto.

Ernesto Neto, Slug Turtle, TemplEarth. Ph. Iwan Baan © Qatar Museums

“Us, Her, Him” è l’installazione site-specific che porta la firma di Najla El Zein: una serpentina di calcare che si estende per oltre 300 metri intorno alla Flag Plaza di Doha, di recente creazione. Con le sue forme sinuose e intrecciate sintetizza un messaggio di collettività, invitando allo stesso tempo le persone a sedersi e riunirsi.

Najla El Zein, Us, Her, Him. Ph. Iwan Baan © Qatar Museums
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