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A partire dal 3 agosto fino al 30 ottobre 2022, il Museo della Città di Livorno, Bottini dell’Olio, ospiterà una mostra fotografica dedicata interamente alla Nave Scuola della Marina Militare Italiana Amerigo Vespucci. L’esposizione, promossa dal Comune di Livorno, sarà declinata in una cinquantina di foto di Maki Galimberti e Massimo Sestini; un’occasione unica per osservare la grande bellezza italiana sotto un punto di vista inedito.

Polena della Nave Scuola Amerigo Vespucci. Courtesy of Gaetano56

La mostra a Livorno mette in luce l’orgoglio e la dedizione verso l’impegno militare, che non conosce sesso, nonostante il prefisso R.L., Regio Legno, renda maschile il nome della nave. Non ci sono discriminazioni tra uomini e donne, gli allievi ufficiali vengono considerati un corpo unico. Pari diritti e pari doveri, prove fisiche uguali per tutti, anche per necessità, perché in mare non ci si salva da soli.

La storia del veliero più bello del mondo è ricco di curiosità e suggestioni, tante che non basterebbe una vita per raccontarle tutte. Il varo avvenne nel 1931, presso i cantieri di Castellammare di Stabia, dopo la decisione dello Stato Maggiore di mantenere l’addestramento delle nuove unità a bordo di una nave a vela, che, subendo maggiormente i condizionamenti del mare e del vento, richiede la più vasta conoscenza degli elementi naturali, sviluppando grande esperienza nel suo equipaggio. Di fatti venne mantenuta l’attività che gli allievi precedenti, a partire dal 1893, svolgevano all’interno della prima Amerigo Vespucci, ex incrociatore e Nave di 1ª linea.

In realtà, per volere dell’ammiraglio Giuseppe Sirianni, ministro della Marina, la costruzione della Vespucci fu affiancata dalla produzione di una nave gemella, la Cristoforo Colombo, che, tuttavia, ebbe destino diverso. I progetti vennero affidati al tenente colonnello del Genio Navale Francesco Rotundi, il quale, nel disegnarne le forme, si ispirò a quelle di un vascello della fine del Settecento/inizi Ottocento.

Timone della Nave Scuola Amerigo Vespucci. Courtesy of luoghisecrets.com

La lunghezza della Vespucci al galleggiamento è di 82 metri, ma tra la poppa estrema e l’estremità del bompresso si raggiungono i 101 metri. La larghezza massima dello scafo è di 15,5 metri, che arrivano a 21 metri considerando l’ingombro delle 11 imbarcazioni di cui è dotata. L’ossatura della nave è realizzata da un fasciame composto da lamiere di acciaio di vario spessore che garantiscono la necessaria flessibilità e impermeabilità di tutta la struttura. Molte altre parti della nave sono in legno, diversificato a seconda delle caratteristiche richieste: teak per il ponte di coperta, la battagliola e la timoneria, mogano, teak e legno santo per le attrezzature marinaresche (pazienze, caviglie e bozzelli), frassino per i carabottini, rovere per gli arredi del Quadrato Ufficiali e per gli alloggi Ufficiali, mogano e noce per la Sala Consiglio. Infine, i dettagli fanno la differenza, come il peculiare scafo bianco e nero, con gli oblò che richiamano le batterie dei cannoni dei vascelli dell’Ottocento, i fregi di prora, gli arabeschi di poppa in oro zecchino o la polena a prua, che raffigura l’omonimo esploratore.

Insomma, un disegno perfetto ammirato da tutto il mondo, come testimonia lo storico incontro del 1962, nel Mediterraneo, tra la portaerei USS Independence e la Vespucci stessa: alla domanda di rito «Chi siete?», la risposta del nostro veliero arrivò immediata, «Nave scuola Amerigo Vespucci, Marina Militare Italiana». La portaerei spense i motori, interruppe la navigazione e suonò tre volte la sirena, dopodiché il complimento, «Siete la più bella nave del mondo».
L’Amerigo Vespucci è dunque ambasciatore dell’arte italiana nel mondo, dal 2007 anche testimonial dell’UNICEF e, come affermò il Capitano Angelo Patruno, Comandante della nave scuola nel 2017, «c’è un grandissimo rispetto in ognuno di noi, c’è la sensazione di orgoglio, di consapevolezza della storia che questa nave rappresenta per l’Italia».

 



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