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Da Farsettiarte a Cortina d’Ampezzo l’appuntamento è con la retrospettiva di Luca Campigotto dedicata ai luoghi della Prima Guerra Mondiale

L’appuntamento invernale con la mostra di Farsettiarte nella suggestiva sede di Cortina d’Ampezzo è dedicato a un peculiare nucleo di lavori derivanti della personale ricerca del fotografo Luca Campigotto, condotta sui luoghi che sono stati teatro di battaglia della Prima Guerra Mondiale, dei veri e propri Teatri di guerra. La mostra avrà inizio sabato 25 febbraio e terminerà domenica 30 aprile. La selezione di opere esposte è tratta dal progetto fotografico che la Presidenza del Consiglio commissionò nel 2014 a Luca Campigotto per commemorare il centenario della Grande Guerra, e da cui fu tratto un catalogo e una mostra a Roma, presso la Gipsoteca del Vittoriano.

Marmolada, Galleria d’attacco italiana verso la forcella ‘’V’’, 2014. Ph ©Luca Campigotto

“Le fotografie di Campigotto testimoniano, come il noto critico e curatore americano Lyle Rexer scrive: “la tenacia e la fantasia dell’autore nel cercare d’impossessarsi di una prospettiva “sacra”. Per anni ha cercato posti difficili, remoti e preso strade ardue per arrivarci. Campigotto è una persona avventurosa, incline ad aprirsi alla vertiginosa desolazione di certi luoghi. Contro ogni saggia consuetudine, sale a tarda ora del giorno al Lagazuoi e al Passo Paradiso per registrare la strana luce di montagna, una luce che esprime non solo il tramonto del sole, ma quasi la conclusione del mondo stesso. Spesso cammina per ore senza incontrare anima viva, ed è innegabile che questo senso di isolamento si rifletta intensamente sulle immagini. Come se la fotocamera stessa avesse in qualche modo trovato la propria strada in questa lontananza, come se la natura componesse il proprio autoritratto”.

Luca Campigotto è riuscito pertanto a ritrovare e immortalare le tracce fisiche della guerra che la natura, malgrado lo scorrere del tempo, non è riuscita a cancellare del tutto. Anna Villari, ideatrice del progetto, racconta: “Campigotto sa vedere anche l’emozione che scaturisce da quelle tracce – sarà la sua formazione come storico – e che ancora è interamente percepibile per gli abitanti di quei luoghi, per un visitatore o turista non insensibile. Emozioni ambientali, fatte di luce, di colore, di angolazioni, di prospettive, di sorpresa, di vertigini, salti visivi sul vuoto, o sul pieno durissimo delle rocce che ci ricordano, (…) la lotta per la sopravvivenza che non ha conosciuto riposo”.

Così, le rocce diventano libri di storia, e questi meravigliosi paesaggi la cornice naturale per ripercorrere il dramma e l’emozione di un conflitto che cambiò i destini del mondo intero e che, a distanza di più di un secolo, rimane tragicamente attuale e necessario ricordare.

Ph. ©Sass de Stria, Postazione austro-ungarica verso il Col di Lana e il Monte Civetta, 2014



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