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Il valore di un facsimile è legato alla sua storia e a ciò che racconta di un determinato momento storico e, nel caso della Bibbia di Borso d’Este, la vicenda è tutta da scoprire

Il valore di un facsimile è legato alla sua storia e a ciò che racconta di un determinato momento storico e, nel caso della Bibbia di Borso d’Este – il codice miniato più celebre del Rinascimento, la cui versione originale del si trova alla Biblioteca Estense di Modena – è quello di aver celebrato la missione di un industriale nei confronti delle arti e dell’impegno civile: Giovanni Treccani acquistò il manoscritto per 3 milioni di franchi, l’equivalente di 4 milioni di euro di oggi, donandolo allo Stato Italiano.

La Bibbia era passata dagli Este ai Borbone quando Maria Beatrice Ricciarda d’Este divenne moglie dell’arciduca Ferdinando d’Asburgo nel 1763. Nel 1918 l’ultimo proprietario, Carlo I, dopo la prima guerra mondiale lasciò l’Austria per andare in esilio in Svizzera, portando con sé la Bibbia. La vedova decise di mettere in vendita il codice, affidandolo a un libraio parigino, Gilbert Romeuf. Nelle settimane nelle quali De Marinis e Gentile vengono a sapere della possibilità di acquistare la Bibbia, Treccani aveva proposto al Governo, e in particolare allo stesso Gentile, la costituzione di una fondazione che avrebbe dovuto essere dedita all’incremento degli studi scientifici.

Taddeo Crivelli, incipit dell’Ecclesiaste, Bibbia di Borso d’Este, vol. I, Lat. 422 = ms. V.G. 12, c. 280v

Il Ministro della Pubblica Istruzione propone all’industriale di sfruttare i fondi destinati alla fondazione, per l’acquisto della Bibbia di Borso d’Este: nel corso di un’asta pubblica Giovanni Treccani acquista il codice per un valore di 3 milioni e 300.000 franchi francesi, oltre 4 milioni di euro attuali, impiegando una somma quasi doppia rispetto a quella prefissata per la fondazione scientifica. Quindi la dona allo Stato Italiano nel 1923 e la Bibbia di Borso d’Este torna a Modena, dove è tutt’oggi conservata alla Biblioteca Estense.

A distanza di 14 anni Treccani, nel 1937, commissionò la realizzazione di un facsimile in due volumi, edizione realizzata a Milano da Emilio Bestetti. Il lotto 92 dell’asta L’arte di riprodurre codici di Finarte è una delle copie realizzate allora, una copia però speciale: quella destinata a Giuseppe Bottai, Ministro dell’Educazione Nazionale sotto il fascismo e intellettuale di primo ordine. Nel 1961 un nuovo facsimile venne realizzato, dalle Poligrafiche Bolis di Bergamo (lotto 109). Rispetto alla precedente edizione, le tavole a colori aumentarono in modo cospicuo e l’edizione si presenta più ricca e raffinata della prima.

Lotto 92, La Bibbia di Borso D’este, 1937. Stima € 800 – 1.000

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