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Il febbraio di Art La Rosa è all’insegna dei grandi Capolavori, con opere di eccezionale interesse storico artistico provenienti da collezioni private. Tra i top lots dell’asta, anche un’opera di Gauguin. La vendita è in calendario per il 24 febbraio

L’asta dei capolavori. Così la Casa d’Aste Art La Rosa ha voluto intitolare il prossimo appuntamento con l’arte da collezione, che si terrà in streaming il 24 febbraio, alle ore 18.00. Da Mattia Preti a Paul Gauguin, passando per le opere della bottega antonelliana e della scuola fiamminga del XVII secolo: oltre 400 anni di storia pittorica – italiana ed europea – si alterneranno tra un dipinto e l’altro. Mario de’ Fiori, Luigi Miradori il Genovesino, Vincenzo Irolli, Joseph Henri François Van Lerius, John Lavery (vedi immagini in anteprima): una carrellata di maestri dell’antichità per trentanove lotti unici, selezionati da Art La Rosa all’interno di un pregevolissimo catalogo, già online su www.artlarosa.com.

Dipinti d’eccezione, dove a dominare sono paesaggi, scorci urbani, nature morte, scene bibliche, ritratti d’autore. Tra gli highlights un grande e inedito olio su tela del Cavalier Calabrese (1,75 cm x 2,75cm), proveniente da un’importante collezione privata e periziata dallo storico dell’arte Claudio Strinati. La paternità dell’opera, raffigurante Isacco che benedice Giacobbe, è di Mattia Preti (1613-1699), grande erede della pittura di Caravaggio.

Vincenzo Irolli, Natura morta di pesci. Olio su tela

«Il dipinto vibra grazie alle sue pennellate rapide – sottolinea Giacomo La Rosa, founder della Casa d’Aste Art La Rosa e critico d’Arte – conservando quel linguaggio figurativo elegante e raffinato proprio del Preti, considerato tra i giganti del Seicento: artista con uno spessore di rilievo internazionale per quei tempi, seppur originario di un piccolo paese sui monti della Sila. La potenza espressiva di questo quadro risiede nella disposizione delle figure e nella mano decisa, che racconta scene di commovente bellezza con un pathos che parla al cuore dei credenti (e non solo). I volti rugosi di Isacco e Rebecca, penetrati da una luce gelida, predominano la scena tratta dalla Genesi; mentre Esaù, primogenito di Isacco, al ritorno dalla caccia, si dirige in casa, ignaro dell’inganno che cambiò una storia familiare tormentata. L’energia vitale consegnata da Isacco attraverso la sua benedizione in prossimità di morte viene impressa dalle sue mani, ancora vigorose e decise nella gestualità. Un olio che spicca per originalità e dinamicità, e che esplode grazie al sapiente utilizzo dei chiaroscuri, attraverso quei dettagli che fanno di una scena biblica un assoluto capolavoro pittorico».

Mattia Preti, Isacco che benedice Giacobbe. Olio su tela 

Il quadro di Mattia Preti, che sul mercato degli appassionati ed estimatori d’arte ha raggiunto quotazioni altissime, avrà una base d’asta di 16.000. Tra i capolavori, anche la gouache di Paul Gauguin (Parigi 1848 – Atuona, Polinesia 1903), raffigurante Gruppo di bambine con ombrelli: opera significativa – corredata da perizia calligrafica della firma, effettuata dai dottori Valentina Mavica e Luca Pedullà, che ne garantisce l’autenticità- che mostra come il pittore metta in evidenza la semplicità dei soggetti, la naturalezza della provincia, che rappresentava il mondo della quiete e dell’armonia, opposto al dinamismo dell’industrializzazione che in quegli anni imperversava soprattutto a Parigi.

Paul Gauguin, Gruppo di bambine con ombrelli. Gouache su cartoncino

La gouache su carta applicata a cartoncino (373mm x 289mm), sul retro ha incollato il giornale inglese “People’s Friend” del 15 maggio 1915: «Il cromatismo luminescente impressionistico e i motivi orientali degli ombrelli, più precisamente giapponesi – sottolinea il critico Giacomo La Rosa – fanno apparire evidente la ricerca e i tentativi di Gauguin volti a una indagine approfondita per acquisire il senso del colore, portandolo a splendere grazie all’ intensità della luce e del sole della Bretagna». L’opera, risalente al periodo bretone,proveniente da un’illustre famiglia catanese e acquistata negli anni 50 del XX Secolo, ha una base d’asta di 90mila euro.



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