Il “Salvator Mundi”, l’opera d’arte più costosa venduta all’asta nella storia, non sarebbe tutta mano di Leonardo da Vinci: questo è quanto si evince da una serie di indagini pubblicate da “The Art Newspaper” sul mensile di gennaio 2021. Gli studi condotti da alcuni esperti del Museo del Louvre rivelerebbero alcune incongruenze sia stilistiche che di natura temporale, alcune ricerche condotte oltreoceano metterebbero in dubbio invece l’effettiva paternità al grande maestro del Rinascimento.
Le fonti del museo parigino, in particolare, sostengono che la bozza originale del dipinto leonardiano fosse ben lontana dall’opera battuta all’asta da Christie’s per 450 milioni di dollari nel 2017, concepita inizialmente come un mezzo busto, con il braccio e la mano destra alzati in segno di benedizione dipinti in un secondo momento. La sezione superiore della mano destra del Cristo, diversamente dalle altre componenti, sarebbe stata realizzata direttamente su sfondo nero, dimostrando che Leonardo non avesse previsto di dipingerla ad inizio progetto.
L’esame del Louvre non esclude, tuttavia, che le sopracitate parti siano state dipinte dal maestro del Rinascimento, ma c’è chi solleva l’ipotesi che si tratti, addirittura, di un pennello diverso. A sostenerlo un’indagine indipendente condotta dallo scienziato informatico Steven Frank e dalla storica d’arte Andrea Frank – rispettivamente marito e moglie – che, come riportato dall’ultimo numero di The Art Newspaper, sarebbero fermamente convinti che “quelle” parti non siano opera di Leonardo.

A rivelarlo, evoluti algoritmi di riconoscimento e di classificazione delle immagini, noti come “reti neurali convoluzionali”: soltanto la testa e il busto del “Salvator Mundi” sarebbero frutto del genio leonardiano, mentre mano e braccio destri sono da attribuire a terze parti, presumibilmente a un meritevole allievo o a un maestro di un’altra bottega. In attesa della pubblicazione della ricerca dei coniugi Frank su uno dei prossimi numeri della rivista MIT “Leonardo”, il giallo rimane irrisolto: quando e per quale motivo fu fatta tale modifica? E soprattutto, perché non fu Leonardo stesso a realizzarla?
Sull’argomento il Museo del Louvre resta prudente, anche perché lo studio avrebbe dovuto essere pubblicato in un libro già nel 2018 – in occasione dell’esposizione del dipinto nella sede del museo ad Abu Dhabi -, la cui presentazione è stata poi annullata senza alcuna spiegazione in merito. L’articolo di “The Art Newspaper” prossimo all’uscita si baserebbe, infatti, sulla lettura di copie inedite del suddetto volume.
Non sembra esserci tregua per il “Salvator Mundi”. Realizzato per il re Francesco I di Francia nel Cinquecento, nel 1763 dopo essere stato venduto all’asta se ne perdono ufficialmente le tracce. Il dipinto di Leonardo, considerato a lungo una copia di un’opera perduta, verrà acquistato in un’asta di Christie’s a New York nel 2017 per 450 milioni di dollari (di cui 50 milioni solo di commissione) – la cifra più alta mai battuta durante un’asta -, da un acquirente anonimo che si rivelerà essere uno stretto alleato del principe saudita Mohammed bin Salman.
Immagine in evidenza
Salvator Mundi (1490-1500), Leonardo da Vinci. Olio su tavola
battuto da Christie’s Casa d’Aste nel 2017 per 450 milioni di dollari