Dall’inizio degli anni 2000 il mercato dell’arte contemporanea è profondamente mutato: è cresciuto in termini di artisti proposti all’incanto (da 5.400 artisti a circa 32.000) e di opere offerte in vendita (da 12.000 lotti a 123.000); il turnover in asta per le opere d’arte contemporanea è cresciuto negli ultimi 20 anni del 2.100% . Oggi il segmento dell’arte contemporanea copre il 15% del mercato globale dell’arte in termini di fatturato, e sempre più case d’asta hanno iniziato a proporre sessioni dedicate a questo settore. Oggi vogliamo proporre e analizzare 5 artisti italiani, esponenti dell’Arte Povera, che continuano a registrare risultati in crescita.
Alighiero Boetti
L’artista torinese esordì nell’ambito dell’Arte Povera nel 1971, ma fu anche il primo del gruppo a distaccarsene. Concettuale, caleidoscopio e sorprendente, lavorò a diverse tipologie di opere, affidandone talvolta l’esecuzione al caso. Espose nelle mostre più iconiche dei suoi anni e fu più volte presente alla Biennale di Venezia. Dal 2000 l’evoluzione del prezzo delle opere firmate Boetti è costantemente in crescita. Infatti, un investimento fatto sull’opera di Boetti a inizio millennio ha registrato, nel dicembre 2020, un incremento totale dell’ 804%. Le sue opere più richieste sono gli splendidi arazzi (52%), seguiti dai disegni (29%), le quali vengono esitate sopratutto all’estero, in particolare nell’Unione Europea e negli Stati Uniti.

Mario Merz
Nato a Milano da una famiglia svizzera e cresciuto a Torino, Mario Merz fu inserito dal critico Germano Celant tra gli esponenti del nuovo linguaggio dell’Arte Povera. Intorno al 1968 con gli Igloo avvenne il definitivo sganciamento dalla parete, seguito poi dall’adozione di altre simbologie che diverranno caratteristiche della sua opera, tra cui la serie di fibonacci e l’utilizzo dei neon. Per Merz l’incremento del prezzo dal 2000 è ancora più alto: oggi è registrato intorno al 108%, ed è incrementato del 31% solo nell’ultimo anno. Anche Mario Merz ha una risonanza prevalentemente internazionale, dove la piazza principale è il Regno Unito, seguita dagli Stati Uniti. Vengono venduti principalmente i suoi disegni ad acquarello (35%), i dipinti (28%) e le stampe (22%).

Giulio Paolini
Dalla sua prima esposizione collettiva nel 1961 Giulio Paolini, genovese di nascita e torinese d’adozione, ha tenuto innumerevoli mostre in tutto il mondo e il suo lavoro è esposto in numerose collezioni pubbliche internazionali. Anche per Paolini le quotazioni sono in crescita, precisamente del 14% nell’ultimo anno. Un investimento fatto sulla sua opera nel 2000 ha incrementato il suo valore del 317% in più nel dicembre 2020. Tra le opere più richieste ci sono i disegni ad acquarello (34%) e le stampe (33%) e la scultura (15%).

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Il venticinquesimo giorno del terzo mese dell’anno millenovecentoottantotto, 1988, Alighiero Boetti (1940-1994)